La strana morte del maggiore inglese J.P. Wilkinson e l'irresistibile ascesa del col. Galli (Pizzoni) al vertice militare della Resistenza Veneta - CIERRE edizioni - ISTRESCO, Verona 2004, pp. 81

Chi aveva interesse a sbarazzarsi di Freccia? La Polizia Trentina ha agito per conto di terzi?

Paracadutato in Veneto nell'agosto del 1944, alla creduta antivigilia della liberazione della pianura padana, il maggiore John Prentice Wilkinson, al pari dei colleghi magg. Tilman e cap. Brietsche e degli uomini della missione "Ruina", si trovò a trascorrere il duro inverno 1944-45 tra le formazioni partigiane vicentine, condividendone le traversie.

Considerato dal Quartier generale alleato come «our senior British Liaison Officer in Western Veneto», nel marzo del 1945, mentre esercitava le funzioni di supervisore della resistenza regionale, trovò la morte in un misterioso agguato e subito voci interessate fecero confluire i sospetti sui garibaldini della "Garemi" dei quali era ospite.

I documenti recentemente affluiti da Londra, pur non risolvendo compiutamente il thriller della sua tragica fine, fanno emergere un aspro e insanabile contenzioso tra Freccia e la resistenza autonoma locale e regionale, ribaltando completamente il quadro degli indizi ed il possibile movente dell'assassinio.

La scomparsa di Freccia, infatti, spianava la strada all'ascesa del col. Galli - un passato nella polizia fascista ed un futuro nella "Celere" scelbiana - a comandante militare effettivo dei partigiani veneti e all'egemonia moderata nella resistenza veneta, durante la cosiddetta «fase Sabadin» (gennaio-aprile 1945).