Una Cronaca vescovile e altri documenti inediti su Treviso in tempo di guerra (1944-1945) - Istresco, Treviso 2007, pp. 160. € 12,00

Dopo la caduta del fascismo, la Chiesa trevigiana riemerge dalla guerra con un’immagine notevolmente rafforzata. Non pochi elementi avrebbero potuto far pensare ad un suo disagio o ridimensionamento a causa dei numerosi compromessi cui si era adattata nel corso del ventennio precedente: dall’aperto appoggio al Plebiscito a favore del Partito nazionale fascista nel marzo 1929 alla guerra coloniale in Africa; dal silenzio imbarazzante sulle leggi razziali nel 1938, all’entrata in guerra del 1940; dall’occupazione di Grecia e Jugoslavia, fino al sostegno attivo e convinto alla campagna di Russia. Fatti, questi, che avrebbero potuto giustificare diffidenza e risentimento nei confronti dell’istituzione ecclesiale.

In realtà, la compattezza del consenso nel cattolicesimo rurale trevigiano e il coinvolgimento personale di molti preti, e del vescovo in particolare, a fianco della popolazione civile, smentirono questa previsione. La gente, infatti, pur nelle inevitabili asprezze che si crearono nello scontro ideologico tra comunismo e anticomunismo, riconobbe nella Chiesa trevigiana un significativo punto di riferimento durante l’intero decennio 1940-1950.

E questo, grazie anche a mons. Antonio Mantiero che, con determinazione e generosità, svolse un’opera altamente civile oltre che ecclesiale.