Carla Rocca di fronte alle leggi  razziali (1938-1945) - Istresco, pp. 79, euro 8,00 - ISBN 978-88-88880-90-7

Per i più, Carla Rocca, scomparsa tre anni fa, precisamente il 30 ottobre 2013, è stata soprattutto una professoressa di francese in pensione, dotata di un bel caratterino, presente in molte iniziative civili e culturali di Treviso.

Ma Carla aveva alle spalle anche una storia di persecuzioni legata alla sua ebraicità che era nota solo alle sue più care amiche. Figlia di madre ebrea, fu battezzata a cinque anni, nel 1933, perché i genitori, laici, non avevano voluta esporla a discriminazioni a scuola.

Le leggi razziali del 1938 non cambiarono la vita di Carla, ma nel 1943 tutti i componenti della famiglia furono dichiarati appartenenti alla “razza ebraica”. Il padre, direttore dell’Unione Fascista degli Agricoltori, fu licenziato, la madre fu costretta a nascondersi dalle suore Visitadine e Carla fu espulsa dal liceo “Antonio Canova”.

Tutti sarebbero stati catturati e spediti in Germania se un comandante dei Carabinieri non li avesse preavvisati, consentendo loro la fuga e due anni di vita clandestina sotto falso nome.