Corte d'assise straordinaria di Treviso, 1947 - Istresco, Treviso 2004, pp. 164

Il 7 gennaio 1947 la Corte di Assise Straordinaria di Treviso iniziò un procedimento penale a carico di quindici fascisti imputati di essere implicati nelle vicende relative al durissimo rastrellamento – 20-28 settembre 1944 – che i tedeschi avevano effettuato contro le formazioni partigiane arroccate sul massiccio del Grappa. Queste schieravano circa milleduecento uomini delle Brigate ‘Matteotti’, ‘Gramsci’, ‘Italia Libera Archeson’ e ‘Italia Libera Campocroce’.

Mancavano completamente di artiglieria pesante e molti partigiani erano disarmati. Nonostante fossero informati del rastrellamento che stava per travolgerli, decisero di battersi, sia nell’illusione che gli Alleati fossero sul punto di sfondare la Linea Gotica; sia nella speranza che gli anglo-americani li avrebbero aiutati con incursioni aeree contro le truppe nazifasciste e con aviolanci di armi. Purtroppo nulla di tutto ciò accadde ed essi si sacrificarono in una strenua quanto vana resistenza.

Solo pochi riuscirono a sottrarsi alla furia nemica. Trecento furono uccisi in combattimento e gli altri furono catturati e processati da tribunali nazifascisti improvvisati. Di questi ultimi, centosettantuno furono impiccati (tra cui i trentuno nelle principali vie di accesso a Bassano), o appesi a un gancio, o fucilati nei paesi della pedemontana; quattrocento furono deportati in Germania e di essi, i due terzi, non fecero più ritorno. .