Rappresentazioni del lavoro nella “casa” dei ferrovieri CGIL (Treviso 1958)
Istresco, Treviso, 2012, pp. 164, euro 14.00 ISBN 978-88-88880-71-6

Il ritrovamento casuale di un intero ciclo di affreschi, datati 1958, emersi dalle pareti di una antica sede dei ferrovieri CGIL ricavata nel primo dopoguerra sotto le arcate del cavalcavia, solleva un’ondata di memorie perdute: da quelle immagini emerge la spontanea ingenuità di un gruppo di ferrovieri che, appena usciti dagli orrori della guerra, freschi ancora della lotta partigiana, in un mondo segnato anche in quel momento dalla fame, dalla disoccupazione, dalle angherie sul lavoro, sognano di ricostruire una società finalmente giusta e affidano all’arte il compito di rappresentare le lotte dei lavoratori del mondo, il bisogno di giustizia e di pace, l’aspirazione ad un mondo di valori.

A questi sogni diede sostanza e visibilità Gianni Ambrogio, un giovane pittore con nel sangue la passione per l’arte, quella che fa urlare contro gli orrori del mondo e spinge ad inseguire una bellezza che sappia riscattare il dolore.