La vita e la storia di una divisione di fanteria davanti a Venezia minacciata (dicembre 1917 - agosto 1918)- Carlo Fettarappa Sandri - Ulrico Hoepli Editore - Milano 1936

 “Quell’anno l’inverno era stato molto freddo e di là della pianura tutte le montagne erano bianche. Per gli austriaci era necessario cercar di sfondare nel settore dove il Sile e il vecchio letto del Piave erano le sole linee di difesa … e allora si uccidevano gli uomini che arrivavano guadando le paludi, reggendo i fucili fuori dell’acqua e avvicinandosi con la lentezza di chi guada, immersi fino alla cintola.”

Così narra Ernest Hemingway in “Di là dal fiume e tra gli alberi” (A. Mondatori Editore, Milano maggio 1973) elaborando dopo trent’anni i racconti che aveva ascoltato arrivando nel Basso Piave, a Portegrandi, il 25 giugno del 1918. È una delle poche descrizioni di una guerra anomala, diversa dagli altri fronti, combattuta nel delta del Piave compreso fra l’Intestadura di San Donà, Caposile, Cavazuccherina (Jesolo) e Cortellazzo.

La terra di bonifica compresa fra Piave Vecchio, Sile, canale Cavetta e Piave Nuovo è stata allagata dagli italiani per ostacolare la mobilità degli austroungarici. Le aree non inondate, che emergono dalla palude, sono contese dai soldati dei due eserciti con colpi di mano e l’azione delle artiglierie fino al 6 luglio del 1918, quando gli italiani riconquisteranno l’intero delta portando la prima linea sulla riva destra del Piave Nuovo.

Un ruolo determinante in questo contesto bellico è da riconoscersi alla 4a divisione di fanteria (inquadrata con la 54a nel XXXIII Corpo della III Armata), anch’essa anomala perché comprendeva il Reggimento Marina, due battaglioni della Guardia di Finanza, zappatori del genio convertiti in fanti e, nella propria artiglieria, perfino delle batterie da montagna con pezzi facilmente trasportabili su barche.

L’esito favorevole dei combattimenti è stato conseguito grazie a un efficiente coordinamento tra la 4a divisione, i lagunari addetti ai collegamenti con ogni tipo di barca, a motore e a remi, la marina con i suoi natanti e pontoni di artiglieria e le batterie costiere del Cavallino. Il ten. col. Carlo Fettarappa Sandri, capo di stato maggiore della 4a divisione, vive tutti gli eventi del dopo Caporetto da un posto che gli consente una visione complessiva d’insieme, fedelmente riportata nel suo diario edito nel 1936.

Questa opera è da ritenersi fondamentale per la conoscenza delle vicende accadute nel Basso Piave, un’area geografica ai bordi della laguna e del litorale veneziano che, nonostante le modifiche ambientali apportate dalla nuova rete stradale, conserva un originale fascino paesaggistico e naturalistico, scopribile anche attraverso gli itinerari che sono motivati dalla ricerca di suggestioni legate alle memorie della Grande Guerra.

Caposile: la confluenza del Vecchio Piave e del Taglio sul Nuovo Sile. Foto di Giancarlo De Santi

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