L’Assemblea generale degli iscritti è uno dei momenti centrali della vita associativa del nostro Istituto.
Quest’anno, come preannunciato a luglio, essa riveste un carattere particolare per almeno due motivi.
Anzitutto perché arriva a conclusione del triennio 2007-2010 di attività degli organismi direttivi (comitato direttivo, comitato scientifico, revisori dei conti) e di questa presidenza.
E’ l’occasione pertanto di fare un bilancio del periodo trascorso e soprattutto delineare le linee fondamentali di programmazione culturale ed economico-gestionale per il triennio successivo, in una fase importante di crescita e di nuove prospettive per il nostro Istituto storico.
Anche se ogni anno nelle varie relazioni abbiamo resocontato le nostre attività, da ultimo con la relazione sul periodo settembre 2009- giugno 2010 approvata dall’assemblea dei soci dell’8 luglio scorso.
Un secondo motivo per cui ritengo importante la riunione di oggi è legato al fatto che con essa si chiude dopo nove anni e tre mandati consecutivi, l’attività di questa presidenza.
So che diversi soci non condividono questa scelta, ma ritengo opportuno per tanti motivi che non sto qui ad elencare, si debba procedere ad un rinnovamento e investire su nuove persone, nuove figure e nuovi profili di dirigenti.
Questi nove anni sono stati per me una bella e ricca esperienza che mi ha permesso di collaborare con tante persone intelligenti e stimolanti, e ad operare giorno dopo giorno con grandi soddisfazioni in un settore, quello della ricerca storica e dell’iniziativa culturale, di grande interesse e di notevole qualità.
Sono stati anche anni difficili e complessi, in una fase della nostra vita pubblica in cui è sembrato del tutto marginale e poco gratificante ogni interesse per la storia e la sua divulgazione, specie per la storia della Resistenza e del novecento in generale, in presenza di una crisi della scuola e della didattica che riservano ben poche speranze a chi come noi propone una riflessione critica, scientifica e documentata sul nostro passato.
Nel bel mezzo di una crisi politica che sembra non trovare soluzione nonostante tutti i tentativi di assestamento e di rinnovamento. Ora, poi, siamo in pieno marasma, con una maggioranza che
appariva solida e senza problemi e che è entrata in piena fibrillazione Da mesi essa è priva di un minimo di operatività e si sta avvitando e impantanando in un clima da prima repubblica, con una opposizione ogni tanto in preda a spinte autodistruttive e degenerative, scontri e personalismi incomprensibili e incontrollabili. Mentre non è detto che le elezioni anticipate invocate da più parti saranno risolutive, si aggrava sempre di più la crisi dell’economia mondiale in cui l’euro rischia di scomparire nel mezzo della guerra delle monete e il Presidente del Consiglio Europeo parla di una vera e propria “crisi di sopravvivenza” della stessa Unione Europea.
Come ho più volte sottolineato, anche in precedenti relazioni, siamo in presenza di una “caduta verticale di valori e di principi” e assistiamo sgomenti tutti giorni al trionfo dell’individualismo, all’affermarsi dell’affarismo, della furbizia , dell’inganno e dell’ipocrisia eretti a sistema.
Le forze politiche, poi, hanno in gran parte perso l’originaria funzione di punti di aggregazione, di canale e di stimolo alla partecipazione e all’impegno politico dei cittadini, sembrano piuttosto in balia degli interessi e degli umori altalenanti dei loro leader. E abbiamo assistito, specie in questi ultimi tre anni, a improvvise semplificazioni e aggregazioni seguite da altrettanto improvvise e rapide dissoluzioni e disgregazioni sotto le spinte più diverse. In un sistema parlamentare degenerato nel quale ci si contende a suon di migliaia di euro senatori e deputati eletti a rappresentare le istanze generali e i bisogni della popolazione pronti invece e disponibili a passare da uno schieramento all’altro senza alcuno scrupolo o remora morale ridando fiato al vecchio vizio trasformistico che è una costante della nostra fragile esperienza storica democratica a partire dall’unità d’Italia.
In questa situazione è difficile trovare punti di riferimento stabili e certi, anche se, per volontà popolare, un’ancora a cui aggrapparci ci è rimasta : la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza. Ma ad aggravare questa fase storica incombe una crisi economica e occupazionale profonda e incontrollabile, crisi peraltro che nel nostro paese è stata accentuata da scelte di governo discutibili e scellerate che hanno messo in discussione tutto il sistema istituzionale, soprattutto quello delle autonomie locali e hanno reso difficile la vita a tutto il tessuto associativo che assicurava stabilità e originalità a tutto l’insieme dei rapporti sociali e culturali.
In questo contesto appare perfino poco significativa l’antinomia fascismo/ antifascismo e parrebbe essere quasi priva di senso la battaglia che in questi ultimi anni abbiamo condotto sul piano culturale e politico contro ogni critica distorta e negativa della Resistenza e del Movimento di Liberazione ed estremamente difficile e poco praticabile ogni rivisitazione della storia italiana di quest’ultimo secolo come è dimostrato dallo scarso entusiasmo e dalla poca visibilità che ha perfino una ricorrenza come quella dei centocinquant’anni dall’Unità d’Italia.
Eppure a noi che abbiamo rapporti continui e sistematici con realtà culturali e sociali della nostra provincia, non pare sia venuta meno o sia inevasa la domanda di conoscenze storiche, la proposta di rievocazioni e approfondimenti in occasione di ricorrenze significative, l’esigenza e l’urgenza di una rivisitazione e analisi critica del ruolo e funzioni di personaggi autorevoli del territorio, del recupero di momenti forti di storia locale, le microstorie, con tutti i loro rimandi alla storia generale del nostro paese.
E quando andiamo nelle scuole o ci sono delle scadenze civili e istituzionali, non abbiamo la percezione di una diminuita sensibilità per la storia specie se essa ha a che fare con il territorio e la realtà locale, siano esse le guerre del fascismo, l’emigrazione, fino alle tradizioni e consuetudini più periferiche e circoscritte dei nostri paesi e delle nostre contrade.
Ritengo che proprio la capacità di dare risposta a questo tipo di domanda dia senso e sostanza all’esistenza e all’operatività del nostro Istituto.
E in tutti questi anni abbiamo cercato di farvi fronte con pubblicazioni, abbiamo prodotto una media di nove pubblicazioni ogni anno, il nostro catalogo è arrivato a 130 volumi, 81 negli ultimi nove anni, ricerche, conferenze, incontri e anche, da qualche tempo, con interviste e memorie multimediali.
Noi incontriamo ogni anno più di cinquemila studenti, anche fuori dei confini della nostra provincia, centinaia di insegnanti, moltissime associazioni e gruppi culturali,, dai piccoli gruppi spontanei di paese alle Università popolari , collaboriamo con l’Assessorato provinciale alla cultura della città e della provincia e con una miriade di assessori alla cultura dei nostri comuni, rispondendo nei limiti del possibile alle più diverse esigenze e richieste.
La nostra Biblioteca che è una biblioteca specializzata nella storia del Novecento e della Resistenza, è collegata con tutte le biblioteche dei comuni e aderisce al sistema dell’interprestito provinciale, e ha superato i novemila volumi, molti dei quali versati da soci e amici generosi.
Il nostro Archivio, riordinato e potenziato, è facilmente accessibile e consultabile perché online ed è stato riconosciuto dalla Sovrintendenza ai Beni Archivistici del Veneto come archivio di notevole interesse storico. Esso si arricchito recentemente di nuovi interessanti depositi di documenti e memorie.
Collaboriamo con Associazioni regionali e Università del Veneto per importanti progetti di ricerca e divulgazione storica, come quello relativo al riordino e alla pubblicazione delle “ Cronistorie dei parroci della Diocesi di Treviso 1939-1945”.
Abbiamo un importante archivio fotografico che speriamo presto di poter finire di catalogare e ordinare con nuove risorse ed energie.
Partecipata e ricca di iniziative è ogni anno la Giornata della Memoria, così come la commemorazione del 25 aprile, e numerose sono le iniziative in occasione di ricorrenze storiche e civili di tanti nostri comuni.
E’ sufficiente scorrere il nostro sito che viene di mese in mese aggiornato con gli appuntamenti cui partecipano molti nostri dirigenti, solo negli ultimi 14 mesi abbiamo registrato ben 116 iniziative pubbliche, una decina proprio in quest’ultimo mese di novembre.
Da un anno partecipiamo ad iniziative, come mostre del libro, “libri in cantina” in collaborazione con l’Associazione dei piccoli editori del Veneto e possiamo così usufruire di una visibilità ancora maggiore.
Periodicamente usciamo, specie con volumi sulla Grande Guerra, con il traino dei quotidiani del Gruppo Finegil –Espresso, riscontrando un buon successo di vendite.
La collocazione delle nostre pubblicazioni nelle librerie e nelle edicole è cresciuta mese dopo mese e sta dando buoni frutti.
Sperimentalmente, su iniziativa di un nostro socio, siamo presenti anche in alcuni mercatini della nostra provincia e notevole è l’interesse manifestato per le nostre ricerche locali.
Collaborazioni importanti sono state avviate con il sindacato CGIL, fra queste l’informatizzazione e riedizione in cd-rom della collezione completa del periodico “Il lavoratore”di Treviso (1899-1925), ed è in fase di progettazione una originale celebrazione del centenario della Camera del Lavoro di Treviso dal titolo “Il lavoro alla ribalta. Coreografie, immagini e linguaggi del movimento operaio nei primi 100 anni della Camera del lavoro di Treviso (1911-2011), con il patrocinio del Comune di Treviso, della Provincia di Treviso e della Regione Veneto.
Altre iniziative sono in fase di progetto in collaborazione con l’ANPI di Treviso e del Veneto e le altre Associazioni dei partigiani e l’IVESER veneziana, fra queste una Giornata di studio su uno dei più originali e coraggiosi esponenti dell’antifascismo veneto come Silvio Trentin dal titolo “Pensare un ’altra Italia. Il progetto politico di Silvio Trentin” previsto per metà gennaio 2011.
Altro progetto destinato a qualificare il nostro Istituto è quello previsto nell’ambito della ricorrenza del 150 anniversario dell’Unità d’Italia.
Da qualche mese un gruppo di ricerca dell’Istresco sta lavorando ad un programma che coinvolgerà gli Istituti per la storia della Resistenza di Treviso, Belluno, Modena e Reggio Emilia- con la collaborazione delle Province di Belluno e dei Treviso e degli Istituti per la storia della Resistenza di Parma, delle Marche e dell’Istituto per la storia del Risorgimento di Treviso, con il patrocinio delle Regioni Veneto ed Emilia-Romagna finalizzato ad un Convegno di studi dal titolo “Soggettività popolare e Unità d’Italia:ricerche e comparazioni” che si svolgerà nell’autunno del 2011. Da sottolineare il taglio delle relazioni che insisteranno sul ruolo dei ceti popolari nel processo unitario, a differenza delle precedenti celebrazioni del 1911 e 1961, che insistevano soprattutto su quello delle classi dirigenti. Questo convegno articolato su due fasi e tre sedi indagherà inoltre su come nei diversi luoghi del paese le classi popolari si sono rapportate allo stato nazionale, ai ceti dirigenti e alle trasformazioni della società nel corso della storia d’Italia, prendendo in considerazione solo quegli intellettuali che si siano mossi come espressione di istanze popolari o che abbiano prodotto tentativi di risposta a pulsioni e umori diffusi. Una nuova sfida che muove i ricercatori e gli storici a dare un contributo non convenzionale anche in questa discussa occasione celebrativa e che vedrà alla fine la pubblicazione degli atti.
Come potete constatare c’è ancora molta carne al fuoco e la nuova presidenza sarà chiamata ad un ruolo gestionale assolutamente impegnativo e proficuo.
E non mancheranno le soddisfazioni per aver dato un contributo fattivo alla crescita culturale e alla divulgazione della conoscenza storica in tutta la nostra provincia.
Ed è stato un grande risultato quello conseguito quest’anno, con il contributo risolutivo del sindaco di Treviso Giampaolo Gobbo e dell’Assessore provinciale alla cultura Marzio Favero membro del nostro Direttivo, che ha consentito a tutto l’Istituto nazionale , l’INSMLI, di rinnovare senza alcun taglio la convenzione relativa ai comandati con il Ministero dell’Istruzione, di cui anche l’Istresco usufruisce e che ci permette la grande operatività e la presenza e la gestione quotidiana della nostra sede.
Sede che dovrà avere spazi più ampi di quelli attuali, specie per l’Archivio e la Biblioteca e che si profila all’orizzonte di una più complessiva assegnazione che la Provincia sta studiando. A questo fine abbiamo accantonato alcune risorse economiche e chiederemo come sempre l’aiuto di volontari perché l’operazione trasferimento avvenga nel più breve tempo possibile.

Comunque tutte le nostre iniziative, tutta la nostra operatività che ho sottolineato molto sinteticamente non sarebbero state possibili senza il contributo assolutamente essenziale e fattivo del nostro comandato Amerigo Manesso cui va il merito di aver qualificato l’intervento nelle scuole e aver dato impulso e concretezza ai diversi progetti dell’Istresco.
I suoi dossier didattici, i suoi Power point e gli altri progetti pensati con l’aiuto determinante del precedente direttore Livio Vanzetto, di Alessandro Casellato e di altri collaboratori sono, a detta di tutti gli insegnanti incontrati, una pietra miliare del nostro lavoro divulgativo nelle scuole e nelle tante iniziative in giro per la provincia. Com’è preziosissimo il suo rigoroso lavoro di editing che ci ha permesso di ridurre i costi e i tempi d’uscita delle tante nostre pubblicazioni, pubblicazioni peraltro conosciute ad apprezzate anche dai nostri dirigenti nazionali dell’INSMLI che più volte si sono complimentati con il nostro Istituto.
Ma anche ad altri collaboratori volontari noi dobbiamo molto. A Vitaliano Visentini per il suo impegno in Biblioteca, rafforzato dall’arrivo quest’anno di Piero Buonopane e dal contributo e dalle competenze di Fiamma De Salvo. A Giancarlo De Santi che segue la collocazione delle nostre pubblicazioni e che è presente in tanti progetti divulgativi. A Giovanni Santinon che cura tutta la gestione dei conti con grande competenza e passione. Allo Studio della rag. Elvira Alberti che in tutti questi anni ha definito e gestito il delicato settore del bilancio con la collaborazione preziosa della sig.ra Alessandra. Alla nuova segretaria Marisa Gasparin che da qualche settimana s’è presa a cuore tutta la complessa organizzazione della segreteria, e non possiamo non ricordare la preziosa collaborazione durata diversi anni di Daniela Zandonadi, l’aiuto di Ettore Bragaggia ed Ermanno Paon, il fondamentale contributo nella riorganizzazione del nostro Archivio di Dario Gasparini e di tanti altri che ci dedicano ore preziose della loro attività competente e qualificata.
Quello, in particolare, degli studiosi e ricercatori del Comitato scientifico, che seguono le pubblicazioni, organizzano i materiali, ne assicurano la divulgazione e la conoscenza. Non li nomino, ma li trovate tutti elencati fra il Direttivo e il Comitato scientifico che andremo ad eleggere. Alcuni di loro hanno rilievo e reputazione fuori della nostra provincia e pubblicano con riviste e case editrici di rilevanza nazionale, dando quindi lustro e prestigio anche al nostro Istituto.
A tutti loro e ai tanti amici che ci sono stati vicini in tutti questi anni va il nostro grazie più profondo, ci hanno fatto stare bene e ci hanno arricchito culturalmente e socialmente tantissimo.
Ci avviciniamo ai vent’anni di vita del nostro Istituto, spero che come abbiamo ricordato il decennale, ricorderemo anche il ventennale e ci potremo ritrovare tutti in grande amicizia così come facciamo ogni primo giovedì del mese, a discutere e progettare ma anche a stare insieme e a godere dei successi e dei traguardi, dei problemi e delle difficoltà di ognuno, nel pluralismo delle nostre convinzioni, ma anche con grande rispetto e considerazione per ciò che ciascuno di noi fa dentro e fuori l’ Istituto, per la crescita, l’arricchimento spirituale, morale e civile del nostro paese, della nostra provincia , delle nostre realtà locali così ricche di tradizioni e di cultura, quella autentica, che da secoli ha caratterizzato il loro passato, la loro storia.
Come abbiamo più volte accennato anche negli anni scorsi, ormai il nostro Istituto ha ampliato il suo raggio d’azione a tutta la storia contemporanea, non si limita più ai soli venti mesi della lotta di Liberazione, affronta temi come quello dell’emigrazione, della Grande Guerra, dell’avvento al potere del fascismo, del fascismo fra le due guerre, del razzismo e della persecuzione antiebraica, della seconda guerra mondiale sui vari fronti, ma anche del dopoguerra, dei temi legati alla nascita della Repubblica, della Costituzione, del sindacato e delle lotte sindacali del secondo dopoguerra, fino all’impetuoso sviluppo degli anni ’70 e ’80, con incursioni nell’attualità come si è fatto di recente con il volume “Veneto Agro” di cui si parla e si discute in questi giorni nelle Università e nelle pagine dei quotidiani nazionali. Sempre più dall’esterno ci vedono come un’agenzia culturale e un centro di ricerca in grado di fornire strumenti e orientamenti innovativi di indagine e studio di tutta la storia del Novecento. Per cui si pone il problema di una sua configurazione anche giuridica e statutaria che lo definisca meglio specie in relazione ai soggetti istituzionali con i quali interagisce sia a livello provinciale che a livello regionale. Non può pertanto avere sul piano delle risorse e della sua sede definitiva vita stentata e precaria, non può essere in balia dei capricci o degli orientamenti e simpatie politiche che di volta in volta fanno capo al Ministro dell’ Istruzione (MIUR). Ne va di mezzo la sua operatività e il suo ruolo di prezioso sostegno e aggiornamento di tante scuole e di tanti docenti. Specie se prenderà piede e consistenza l’insegnamento della materia Cittadinanza e Costituzione esteso ai programmi di tutte le scuole. E’ un tema questo che dovremo meglio mettere a fuoco nei prossimi anni.

Concludo augurando a tutti voi buon lavoro e tante soddisfazioni, certo che continuerete a sostenere e a collaborare con il nostro Istituto anche nei prossimi anni e sarete attivi e propositivi aprendolo sempre di più al contributo e alla partecipazione di nuove intelligenze e nuovi apporti che ci aspettiamo soprattutto dalla ricerca e dallo studio di tanti giovani esponenti della nostra cultura e della nostra fervida e generosa realtà provinciale.

Il presidente Lorenzo Capovilla